Analisi della complementarità tra il Regolamento Sanitario Internazionale e l’Accordo sulle Pandemie

Abstract

La pandemia di COVID-19 ha rivelato fragilità strutturali del regime sanitario internazionale, in particolare l’insufficienza del Regolamento Sanitario Internazionale nel garantire risposte globali rapide, coordinate ed eque. Ha assunto rilievo l’adozione, nel 2025, dell’Accordo sulle Pandemie, concepito per colmare lacune di preparazione, logistica, trasferimento tecnologico e accesso equo alle contromisure mediche. Obiettivo: dimostrare che la relazione tra questi due documenti è di complementarità funzionale, e non di sovrapposizione o superamento, chiarendo come ciascuno strumento ricopra un ruolo distinto e sinergico nell’architettura della governance sanitaria. Metodo: è stato adottato un approccio deduttivo e qualitativo, con revisione documentale e analisi comparativa delle norme internazionali. Risultati: indicano che il Regolamento Sanitario Internazionale funziona come un sistema di allerta completo, ma con raccomandazioni in generale non vincolanti e privo di strumenti per garantire accesso equo e gestione logistica nelle crisi, il che ha contribuito a risposte frammentate e a pratiche di nazionalismo vaccinale. L’Accordo sulle Pandemie, a sua volta, istituisce obblighi giuridici più solidi, rende operativa la cooperazione attraverso la condivisione di patogeni e benefici, condiziona la produzione e l’allocazione delle forniture a criteri di rischio e necessità, e incoraggia la diversificazione geografica e il trasferimento di know-how. Conclusione: il Regolamento Sanitario Internazionale stabilisce il “cosa” della sicurezza sanitaria globale attivando l’allarme e coordinando la notificazione, mentre l’Accordo sulle Pandemie definisce il “come” strutturando una risposta collettiva, vincolante ed equa; insieme inaugurano un disegno istituzionale più resiliente, capace di mitigare le disuguaglianze e rafforzare la preparazione e la risposta a future pandemie.